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COMANDANTE

DELLA COMPAGNIA

Certo se avremo imparato qualcosa, se porteremo ai Reparti il contributo di una minima esperienza militare, se saremo all'altezza del compito che ci aspetta, lo dovremo a Lei.
Ci saranno situazioni in cui - lo sento ci chiederemo tutti, sparsi nelle varie parti d'Italia, che cosa avrebbe fatto, che cosa avrebbe deciso («il dio biondo» ), con che tono avrebbe ripreso Lei, certe mancanze. Giorno per giorno La abbiamo osservata: quando si arrabbiava, rosso di collera («io me li magno! .... »); quando riusciva ad infondere sicurezza ai meno sicuri alle, prese come eravamo, tanti, per la prima volta con le armi da fuoco; quando al Campo di Foce, scherzando, rivelava di conoscere ognuno di noi nei minimi particolari. Così abbiamo capito col tempo che la caserma, la compagnia, non era un mondo staccato dalla parte Sua più segreta, più familiare. Quando un uomo ha la fortuna di amare il proprio mestiere (non capita a tutti), di fare proprio quello che gli piace, si vede, si sente da mille sfumature; e Lei Signor Tenente, ce lo faceva capire dalle piccole meticolosità delle camerate a quel particolare orgoglio che Le si dipingeva sul viso il giorno del giuramento, marciando alla te- sta di noi, i Suoi soldati. Per questo non La dimenticheremo, perché era un uomo chiaro, aperto, di quelli che si capiscono fino in fondo..
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ultimo aggiornamento lunedì 19 settembre 2011